Sicuramente non era questa la partita dove poter sperare di rimediare alle recenti sconfitte, ma la Fortitudo – priva di Totè e Feldaine – ha perlomeno approfittato dell’evidente disimpegno della capolista per costruire una partita onesta, tutto sommato accettabile, pur non potendo contare sul miglior Groselle e sulla vena realizzativa di Pietro Aradori.
La Effe gioca con buona efficacia nei primi due quarti, mantenendo lo stretto contatto con Milano grazie alla buona vena offensiva di Benzing, Frazier e Procida e una discreta tenuta difensiva e a rimbalzo, nonostante l’evidente strapotere fisico degli avversari. Riesce così ad andare all’intervallo lungo sotto di un solo punto (37-36).
L’inizio di terzo quarto ristabilisce le naturali distanze tra le due squadre. L’Olimpia si appoggia alla prepotenza fisica di Bentil e alle triple di Datome e rapidamente guadagna la doppia cifra di vantaggio (57-46). La Fortitudo non sbraga e, pur non dando mai l’impressione di poter rientrare in partita, grazie soprattutto alle iniziative di Frazier riesce a contenere il divario in termini non umilianti.