Roma amara per la Fortitudo, travolta a rimbalzo e spuntata in attacco (79-65)

Roma amara per la Fortitudo, travolta a rimbalzo e spuntata in attacco (79-65)

Se per coach Martino quella di stasera doveva essere una prova di maturità in trasferta, è evidente che occorrerà aspettare la prossima occasione, perchè la Fortitudo vista a Roma – pur con l’attenuante dell’assenza di Leunen – è stata ancor meno competitiva di quella battuta a Varese. Dominati sotto canestro (48 a 31, con 20 rimbalzi offensivi per i romani), poco incisivi in attacco (gli uomini di Bucchi hanno commesso solo 13 falli in tutta la partita.

Jefferson si dimostra subito un pesce difficile da prendere all’amo e con i suoi 9 punti scava un primo solco nella partita (8-17). La difesa bolognese non tiene anche sugli esterni ed è solo con i cambi che coach Martino trova più intensità, con Cincia e Aradori che riescono a limitare i danni permettendo di chiudere la prima frazione a -5 (16-21).

Cincia è particolarmente ispirato in avvio di secondo quarto, mentre Stephens riesce in qualche modo a contenere Jefferson e un canestro alla volta la Effe trova prima il pareggio con la tripla dall’angolo di Dallosto e poi con Robertson mette la freccia (28-25). Roma non ci sta e con Dyson e la bomba di Amar Alibegovic rimette dietro la Fortitudo (35-31). Si torna di nuovo a -7 e dalla lunetta Aradori cerca di tenere il contatto, ma il tap-in sulla sirena di Buford stampa il punteggio all’intervallo sul  41-36 per Roma.

I dati parlano del solito problema rimbalzi in trasferta: dopo 20 minuti,  28 a 16, di cui ben 12 concessi sotto il proprio canestro. Deficitaria anche la precisione da oltre l’arco: solo 2 su 11, con Aradori a secco dopo 4 tentativi.

Inizio terribile della Effe nella terza frazione: non si fa mai canestro, mentre Roma scivola via con Dyson e Alibegovic alla sua seconda tripla (36-48). Il figlio di Teo è in pieno raptus agonistico e la partita si spacca (38-54). Coach Martino prova la zona, Stipcevic e Stephens provano a scuotere la squadra (43-55), ma Buford ne mette subito due di fila, spegnendo l’idea di rimonta. L’ultima azione del quarto è emblematica: la Fortitudo parte in contropiede, Kyzlink ruba in anticipo e segna sulla sirena (45-61).

Il ceco prosegue sulle ali dell’entusiasmo e si arriva al “ventello” (45-65). Il match non ha più storia, solo garbage time senza alcuna scossa di un match che dopo i primi venti minuti ha svoltato verso la capitale e in cui da salvare c’è solo la volitiva prova di Daniele Cinciarini.

Si torna quindi al Paladozza a riflettere su questa sconfitta, avendo davanti due importanti impegni casalinghi contro Pistoia e Brescia.

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